La storia di Mary Allen Wilkes

“I bet you don’t have a computer in your living room.”

Così si vantava il padre di Mary Allen Wilkes parlando con amici. Sua figlia, infatti, è considerata la prima persona ad aver utilizzato un personal computer e nel 1965 era una delle prime persone a possederne uno in casa.

Si trattava del computer LINC, Laboratory INstrument Computer, di cui Wilkes scrisse il software LAP, LINC Assembly Program. Era un computer dotato di schermo e di tastiera e utilizzato principalmente in laboratori medici e scientifici. Una caratteristica importante e innovativa di questo computer riguarda il fatto che non fosse pensato per essere impiegato esclusivamente da utenti, e non da programmatori ed esperti.

Mary Allen Wilkes è nata nel 1937 a Chicago e, sebbene volesse diventare un’avvocata, ascoltò il consiglio della sua insegnante di geografia e diventò una programmatrice informatica. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia iniziò a lavorare al MITMassachusetts Institute of Technology, dove le sue capacità logiche e analitiche vennero particolarmente apprezzate e lavorò ai progetti IBM 704 e IBM 709, prima di passare al Lincoln Laboratory, con cui avrebbe lavorato al computer LINC.

Nel 1972 decise di lasciare il mondo dell’informatica per dedicarsi alla carriera da giurista. Si iscrisse all’Harvard Law School e lavorò come avvocata e insegnante di diritto per oltre quarant’anni.

Contrariamente a quanto succede ora, negli anni ‘50 e ‘60 era normale per le donne lavorare come programmatrici: gli uomini preferivano dedicarsi allo sviluppo dell’hardware e la parola software, coniata nel 1953, era ancora poco diffusa. Essendo una professione giovane, c’erano pochi corsi universitari dedicati alla programmazione e le aziende cercavano principalmente persone con una mente logica e analitica, e buone conoscenze della matematica, da formare e impiegare. Molte di queste persone erano donne sia perché queste competenze erano considerate tipiche del mondo femminile, collegandole ad attività come il ricamo, la lavorazione a maglia o la cucina, sia perché venivano pagate meno di un uomo che ricopriva la stessa posizione.

Quando Wilkes iniziò a lavorare nel MIT, nel 1960, le donne rappresentavano il 27% delle persone impiegate nei lavori matematici e informatici, percentuale che raggiungerà il 30% nel 1990. Il report “The state of girls and women in STEM”, pubblicato il 28 febbraio 2022 di NGCP, National Girls Collaborative Project, mostra come ora le donne che lavorano negli ambiti di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica sono il 34% del totale, percentuale che scende al 26% nelle scienze matematiche e informatiche. 

Negli ultimi anni questo numero si è alzato, ma la crescita rimane lenta e gli uomini continuano ad avere stipendi più alti e avanzamenti di carriera più frequenti. Il team di #Doinn e in particolar modo le nostre ragazze, ci tengono a rompere ogni pregiudizio attorno al tema!

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